Il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt continua a minacciare i casinò delle tribù. Chiede che paghino più soldi allo Stato oppure che permettano che i casinò privati a scopo di lucro abbiano una possibilità sul mercato. Il 22 gennaio, il governatore Stitt ha chiesto a un giudice federale di chiudere le case da gioco tribali di Classe III nello Stato che includono giochi di carte, dadi, roulette, e alcune slot machine, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Secondo il governatore, se le case da gioco commerciali non subissero la concorrenza di quelle tribali andrebbero in Oklahoma subito, e verserebbero allo Stato 350 milioni di dollari di tasse all’anno invece dei 137 che versano le tribù.
Nella sua argomentazione, ha sostenuto che questi casinò comportano un ingiusto arricchimento delle tribù. Perciò ha chiesto al tribunale un’ingiunzione per vietare “lo svolgimento illegale di tali attività di gioco fino a quando le tribù non negozieranno un patto con lo Stato”.
Secondo il consulente della Nazione Chickasaw, titolare di casinò come le altre 35 tribù presenti nello Stato: “Le tribù non dovrebbero più versare alcuna forma di compartecipazione delle entrate allo Stato. L’obbligo di compartecipazione impone alle tribù di rimettere i pagamenti solo se lo Stato garantisce una sostanziale esclusività nel mercato delle case da gioco di Classe III dell’Oklahoma”.

Cheyenne Nation, Lucky Star Casino
Quando i casinò di Classe III diventarono legali in Oklahoma, si pensava che avrebbero reso circa 70 milioni di dollari all’anno di tasse di esclusività. Questa stima fu rapidamente superata. Lo stato ora incassa circa 150 milioni di dollari all’anno dai casinò tribali. Inoltre, la legge obbliga le tribù a reinvestire le proprie entrate a beneficio dei membri tribali o dello Stato. Per questo la posizione del governatore Stitt risulta incomprensibile alle tribù. Infatti, a differenza dei casinò tribali, i casinò a scopo di lucro hanno azionisti. E, come ha affermato il capo principale della Nazione Cherokee, Chuck Hoskin: “Gli operatori dei casinò commerciali, molti con sede a Las Vegas, non aprono strade nei loro stati, non costruiscono case per le persone nelle loro comunità, non forniscono borse di studio universitarie per gli studenti bisognosi, non aiutano gli insegnanti ad acquistare materiale didattico e non tengono aperti gli ospedali nelle comunità rurali e disagiate come fanno le tribù in Oklahoma”.
Inoltre i 63 casinò tribali di Classe III impiegano oltre 96.000 persone, molte delle quali nelle comunità rurali. Secondo l’American Gaming Association, l’Oklahoma ospita il secondo più grande mercato di casinò tribali che paga 4,6 miliardi di dollari stipendi e contribuisce con 13 miliardi di dollari all’economia dello Stato. Molti di questi posti di lavoro sarebbero a rischio e ciò avrebbe gravi ripercussioni sulla vita di intere comunità tribali. In totale i casinò tribali in Oklahoma sono 142.