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Leonardo Peña, 1997, Austin (Texas), cartoncino rigido da disegno (Tex Art), cm 38x50, tecnica mista

Leonardo Peña, 1997, Austin (Texas), cartoncino rigido da disegno (Tex Art), cm 38×50, tecnica mista

Le opere che vi proponiamo sono poster con foto di Sebastiao Salgado, o con soggetti di nativi americani (foto di vari autori), oppure dipinti e disegni di detenuti Nativi Americani, eseguiti in carceri del Texas nella seconda metà anni ’90, con tecniche varie su cartoncino o stoffa.

L’Associazione Il Cerchio è presente in territorio mapuche con propri osservatori internazionali dei diritti umani da molti anni. La nostra costante presenza ha suscitato fiducia nelle comunità e nelle autorità tradizionali mapuche con cui siamo entrati in contatto. Sulla pagina dedicata  puoi trovare le informazioni e gli aggiornamenti su quanto stiamo realizzando.

Qualunque somma ci è utile. Ti chiediamo di contribuire versando ciò che ti è possibile sul c/c postale n. 26748509 intestato a: Associazione “Il Cerchio”, via san Cresci 19 – 50032 Borgo San Lorenzo (FI).      IBAN IT 34 B 07601 0280 0000026748509    Nello spazio per le causali ti chiediamo di indicare, oltre al tuo Nome e Cognome, l’indirizzo postale completo, l’e-mail personale e scrivere “donazione liberale sostegno progetti territorio mapuche“.

SU QUESTA PAGINA TROVERAI I DETTAGLI, LE FOTO DEI DIPINTI E LE INFORMAZIONI:

http://www.associazioneilcerchio.it/wordpress/raccolta-fondi-per-progetto-con-le-comunita-mapuche/

Ricordiamo che l’Associazione Il Cerchio non ha scopo di lucro, e svolge le proprie attività grazie a contributi e donazioni. Ti ringraziamo quindi per ogni sostegno che potrai dare al nostro lavoro e alle popolazioni indigene e alle loro lotte.

CARTA ABIERTA AL SEÑOR LUCIANO BENETTON

CARTA ABIERTA AL SEÑOR LUCIANO BENETTON (EN ESPAÑOL)

Quien le escribe es la asociación “Il Cerchio”, una asociación italiana que por más de 22 años trabaja en la apoyo a los pueblos indígenas de todo el mundo.

Leímos la entrevista publicada en “La Repubblica” del 30 de noviembre, firmada por Francesco Merlo, y captamos que después de los negativos resultados de su empresa, usted fue obligado a regresar en primera persona a la conducción de la misma, disponiéndose ahora a una reconstrucción basada en ideas fuertes e innovativas.

lb-espA tal efecto, le pedimos si tales ideas fuertes e innovativas también estarán en la base de la gestión de las tierras en Argentina de las cuales su empresa reivindica la posesión, tierras que sin embargo desde siempre han pertenecido al pueblo Mapuche, que en aquellas tierras vivía y vive desde siglos,antes que su empresa las adquiriera en los años 90.

Los Mapuche reclaman desde siempre su restitución,como está previsto, por otra parte, en la misma legislación argentina (en la Constitución, art. 75, y en las leyes 233302 y prorroga 26554, Decreto 1122/07). El modo en el cual estas tierras fueron pasadas de los Mapuche a la República Argentina y luego a su empresa es aquello en lo cual históricamente fueron realizadas las colonizaciones en Sudamérica. Continua a leggere

BENETTON, PERCHÉ NON RISPONDI?

Il 12 dicembre abbiamo pubblicato sul nostro sito una lettera aperta a Luciano Benetton, riguardo alla repressione delle comunità Mapuche che rivendicano il proprio territorio ancestrale ora di proprietà della sua azienda. La lettera gli è stata inviata, ma rimane finora senza risposta.lb

Di cosa ha paura il signor Benetton?

Ha paura della verità? Delle conseguenze economiche per la sua azienda di tutta questa vicenda? Di assumersi responsabilità almeno morali della repressione delle comunità Mapuche? Forse spera che, rimanendo in silenzio, le acque si calmino e la vicenda sia dimenticata. Mentre il lonko Facundo Jones Huala rimane in carcere, insieme a tanti altri Mapuche, la violenza si fa sempre più feroce e si aspetta giustizia per i vili assassini di Santiago Maldonado e Rafael Nahuel… Ma non c’è pace senza giustizia. Non c’è oblio, né perdono.

il-manifesto-15-12

LETTERA IN SPAGNOLO: Carta abierta a Benetton

LETTERA IN ITALIANO: Lettera a Benetton

La lettera è stata ripresa anche da numerosi media indipendenti, che ringraziamo, e diffusa sui social:

– Il Manifesto, lettere al giornale, in data 15 dicembre

– Informazione Libera: https://www.facebook.com/informazionelibera0/?hc_ref=ARQ4UqQQ5jkM7g9IblmE5ZWMRrFrbx0BG09o0Jgd7J-b54yngnv2l6LOS_ACNlZjAG4&fref=nf

– Pressenza international press agency, redazione italiana: https://www.pressenza.com/it/2017/12/lettera-aperta-luciano-benetton-dellassociazione-il-cerchio/

– Osservatorio  Repressione – rete europea: http://www.osservatoriorepressione.info/lettera-aperta-al-sig-luciano-benetton/

– La bottega del Barbieri: http://www.labottegadelbarbieri.org/lettera-aperta-al-sig-luciano-benetton/

– comune.info: https://comune-info.net/2017/12/lettera-aperta-al-sig-luciano-benetton/

Lettera aperta al sig. Luciano Benetton

Chi le scrive è l’associazione “Il Cerchio”, un’associazione italiana che da oltre 22 anni opera a sostegno dei popoli indigeni di tutto il mondo.

intervista-a-benetton-su-repubblicaAbbiamo letto l’intervista pubblicata su “La Repubblica” il 30 novembre u.s., a firma di Francesco Merlo, e abbiamo appreso che dopo i negativi risultati della sua azienda è stato costretto a tornare in prima persona alla conduzione della stessa, accingendosi ora ad una ricostruzione basata su idee forti e innovative.

A tal proposito, le chiediamo se tali idee forti e innovative saranno alla base anche della gestione delle terre in Argentina di cui la sua azienda rivendica il possesso, terre che però da sempre appartengono al popolo Mapuche, che in quelle terre viveva e vive da secoli, prima che la sua azienda le acquistasse negli anni 90. 1202-2613I Mapuche ne richiedono da sempre la restituzione, come previsto peraltro dalla stessa legislazione argentina (con la Costituzione, art. 75, e con le leggi 23302, 26160 e proroga 26554, Decreto 1122/07). Il modo in cui queste terre sono passate dai Mapuche alla Repubblica Argentina e poi alla sua azienda è quello in cui storicamente sono avvenute le colonizzazioni in Sudamerica. 

trad-2-2Purtroppo, negli ultimi tempi le crescenti rivendicazioni dei Mapuche sono state represse con la forza dallo stesso Stato e dalle forze dell’ordine argentine, che evidentemente non hanno agito a tutela della popolazione, durante ripetuti scontri recentemente funestati dalla morte violenta dell’attivista argentino Santiago Maldonado, e del giovane mapuche Rafael Nahuel, oltre che dal ferimento e arresto di molti Mapuche, inclusi diversi minori. E la morte di Santiago Maldonado è strettamente legata proprio alle rivendicazioni dei territori della sua azienda da parte della comunità Mapuche Pu Lof in Resistenza Cushamen.

Le chiediamo, tramite questa lettera aperta, una sua dichiarazione pubblica su cosa la ricostruzione della sua azienda preveda in questo specifico ambito; se la sua azienda intenda o meno aprire un reale dialogo costruttivo con i Mapuche, o se invece continuerà a seguire la stessa strada che finora l’ha portata non solo al conseguimento di problemi sociali con un’intera popolazione, ma anche a risultati economici negativi. A questi, in mancanza di un cambiamento nella gestione della questione Mapuche, sempre più rischieranno di aggiungersi le severe critiche alla sua azienda che già circolano sui social e il boicottaggio di fatto, a cui già chiama diversa parte della società argentina.

La nostra associazione, infine, si unisce a quanti chiedono verità e giustizia per la morte di Santiago Maldonado, in primo luogo la sua famiglia. Per questo, riteniamo anche opportuno un suo chiarimento in merito alle gravi accuse riportate dai media sudamericani, riguardo il possibile utilizzo di una cella frigorifera situata nella Estancia Leleque (tenuta Leleque, appartenente alla sua azienda), unica proprietà a possedere celle di grandi dimensioni nella zona dove è stato ritrovato dopo mesi il cadavere di Santiago. Circostanza che, alla luce dei risultati dell’autopsia, che ipotizzano che il corpo del giovane possa appunto essere stato mantenuto in stato di refrigerazione per un certo periodo, assume aspetti inquietanti, dato che la Gendarmeria coinvolta nell’attacco ai manifestanti nel quale è scomparso Maldonado è ospitata all’interno della stessa tenuta.

Associazione “Il Cerchio”, info@associazioneilcerchio.it  

Il Presidente
Toni Ventre

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LETTERA IN SPAGNOLO: Carta abierta a Benetton

LETTERA IN ITALIANO: Lettera a Benetton

 

Per approfondire:

Legislazione argentina sui popoli indigeni

MAPUCHE: BENETTON HA RUBATO LA TERRA

BENETTON E I MAPUCHE

LE RADICI DELL’OPPRESSIONE

DIETRO LA CAMPAGNA ANTIMAPUCHE

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SANTIAGO MALDONADO 3

UN APPELLO CHE METTE IN DISCUSSIONE 100 GIORNI DI OMBRE

Sergio Maldonado, querelante nella causa per la morte del fratello Santiago, ha chiesto alla Camera di disporre nuove perizie nella zona in cui è stato ritrovato il corpo e che autorizzi a suo favore il suo diritto avallato dai protocolli internazionali di convocare degli osservatori indipendenti nella causa, dato che si tratta di un caso in cui hanno preso parte forze di sicurezza federali. Maldonado mette in discussione l’oscuro ruolo di Pablo Noceti, funzionario del Ministero della Sicurezza, che il magistrato Gustavo Lleral si rifiuta di indagare. Un medico della Polizia Federale è stato accusato dalla magistratura di avere distribuito foto di Santiago morto che circolano sui social network.

santiagoA quasi un mese dal ritrovamento del cadavere di Santiago Maldonado nel Pu Lof en Resistencia Cushamen, nella denuncia Sergio, fratello maggiore della vittima, sporta a nome dei familiari, ha presentato un appello estremamente solido, che mette profondamente in dubbio l’istruttoria penale che è andata avanti con oltre 100 giorni di ombre.

La famiglia Maldonado ha richiesto che sia accettata la collaborazione di “esperti indipendenti”, così com’è previsto dai protocolli internazionali per fatti di gravità istituzionale con la partecipazione e/o il sospetto coinvolgimento delle forze armate. Inoltre, ha sollecitato che la magistratura effettui un nuovo sopralluogo sul posto del ritrovamento del corpo per portare a termine perizie fondamentali nel fiume, che non sono state effettuate, così come ha richiesto di concentrare le perquisizioni sul gruppo di gendarmi che hanno preso parte alla repressione nell’ambito della causa di occultamento di cadavere. In tal senso, Maldonado ha ricordato che ancora non sono stati convocati alcuni testimoni fondamentali, che erano insieme a Santiago prima che i gendarmi del Bolsón ed Esquel entrassero armati di fucili e sfollagente nel luogo in cui il 17 ottobre a mezzogiorno – dopo 78 giorni – fu ritrovato il corpo dopo un’orribile serie di perquisizioni in cui sono stati commessi abusi d’autorità, detenzioni di testimoni innocenti e irruzioni in una comunità mapuche vicina al Lof, Vuelta del Río, dove i militari dotati di armi lunghe sono giunti a bordo di elicotteri d’attacco pesantemente armati.

Per ottenere che il resto dei testimoni fornissero le loro dichiarazioni, Sergio Maldonado esige che “sia garantita un’indagine esaustiva, effettiva, imparziale ed indipendente al fine di conoscere le circostanze della morte di Santiago; e che sia richiesta la formazione di un gruppo di esperti indipendenti che supervisioni e coadiuvi l’indagine realizzata dal giudice.

Secondo il contenuto della risoluzione a cui egli ha fatto appello, l’ultima volta che Santiago è stato visto in vita è stato il primo agosto 2017 nel luogo chiamato Pu Lof en Resistencia Cushamen, nella circostanza in cui entrarono nel terreno in modo violento oltre 120 persone armate facenti parte della Gendarmeria Nazionale Argentina, che inseguirono Santiago e altre sei o sette persone fino alla riva del fiume Chubut. Benché la Gendarmeria Nazionale sia stata estromessa da questa indagine, ad oggi le indagini sono state realizzate dal resto delle forze di sicurezza che gerarchicamente dipendono dal Ministero della Sicurezza da cui dipende la stessa Gendarmeria. Continua a leggere