Due giorni fa, 16 settembre 2020, il Center for Biological Diversity e la Maricopa Audubon Society hanno notificato il loro intento di citare in giudizio l’U.S. Fish and Wildlife Service, l’Agenzia statunitense per la pesca e la fauna selvatica, per ottenere l’espansione dell’area definita di l’habitat critico per gli scoiattoli rossi del Monte Graham (Tamiasciuris hudsonicus grahamensis), a elevatissimo rischio di estinzione, in Arizona. Questa specie di scoiattolo, di cui restano meno di 80 esemplari, vive solo nelle montagne del Pinaleño, una catena isolata nel deserto dell’Arizona.
L’attuale habitat critico, designato a favore degli scoiattoli, include solo le foreste di abeti rossi che, a quella latitudine, si trovano sopra i 2.800 metri. La costruzione di alcuni telescopi, gli incendi naturali e quelli programmati per proteggere i telescopi dalle fiamme libere hanno ridotto l’areale tipico della specie e spinto gli scoiattoli a quote più basse, nelle foreste miste di conifere che sono prive della designazione ufficiale di habitat critico e quindi non protette.
Nel dicembre 2017, il Center for Biological Diversity e la Maricopa Audubon Society avevano già presentato una petizione all’U.S. Fish and Wildlife Service per espandere l’habitat critico alle quote più basse, ma senza ottenere risposta. Con così pochi scoiattoli rossi di Mount Graham rimasti, questa inazione rischia di aggravare ancora di più la situazione di questa specie e ogni giorno di ritardo ulteriore è un altro giorno in cui gli scoiattoli rossi sono spinti verso l’estinzione. Occorre evidenziare che già a metà degli anni ’90 la popolazione di questi scoiattoli era stata stimata in meno di 500 esemplari e che molte associazioni ambientaliste si erano attivate per la sua difesa, trovandosi così alleate del popolo Apache che stava lottando per difendere Dzil Nchaa Si An, La Grande Montagna Seduta in lingua Apache, cioè il Monte Graham, che loro e molte altre tribù dell’Arizona e del New Mexico considerano sacra. Per questo gli Apache si opponevano ai progetti di costruzione di una serie telescopi sulle cime del Monte Graham.
Dzil Nchaa Si An rappresenta un patrimonio unico di diversità biologica del Nord America, essendo uno dei rari ecosistemi inalterati di “Sky Island”, isola d’alta quota, nel deserto del sud ovest degli Stati Uniti e del Messico. In quest’area sono presenti 5 delle 7 zone vegetali del nord America che vanno dalla vegetazione desertica alla foresta boreale di abeti e costituisce perciò un’associazione vegetale particolarmente rara per tali latitudini. Oltre all’intera popolazione dello Scoiattolo Rosso del Monte Graham, sulla montagna vivono altre 17 specie rare ed endemiche di animali e vegetali.
Fino al 1873, anno in cui fu scorporato dalla Riserva Indiana degli Apache S. Carlos, costituita appena due anni prima, Monte Graham aveva da tempo immemorabile una funzione centrale nella cultura Apache e anche dopo tale data ha continuato a rappresentare una zona di profonda sacralità per i praticanti la religione tradizionale che continuano a svolgere i loro riti e le loro preghiere in gran rispetto verso la natura nei siti più remoti e incontaminati dei monte, dove si trovano le fonti sacre necessarie allo svolgimento delle loro cerimonie.
Pur essendo consapevole di tutto ciò, l’università dell’Arizona si fece promotrice di un progetto che prevedeva inizialmente la costruzione di 18 telescopi sulle cime della montagna. Di questi, grazie al movimento internazionale di sostegno alla lotta degli Apache, cui in Europa ha dato un determinante contributo l’Associazione il Cerchio, solo il cosiddetto Grande Telescopio Binoculare (Large Binocular Telescope), alla cui realizzazione partecipò anche lo Stato italiano, attraverso l’osservatorio Astrofisico di Arcetri, e il Vatican Advanced Technology Telescope, realizzato dal Vaticano, sono stati costruiti.

Il Large Binocular Telescope
I telescopi furono immediatamente considerati dai tradizionalisti della tribù Apache S. Carlos una vera e propria dissacrazione della cima della montagna e per tale ragione il Consiglio Tribale, l’organo ufficiale di rappresentanza degli Apache S. Carlos, si è più volte dichiarato contrario all’installazione dei telescopi, anche attraverso risoluzioni ufficiali, la prima del 1990.
Dei due erano gli obiettivi della lotta per la salvaguardia di Dzil Nchaa Si An, uno è stato parzialmente raggiunto poiché i telescopi costruiti sono stati solamente due. Il secondo è quasi fallito poiché la popolazione dello scoiattolo rosso, come ampiamente previsto dalle associazioni ambientaliste, si è drammaticamente ridotta, ma di questo sembra che a Washington non importi nulla.