SANTIAGO MALDONADO 3

UN APPELLO CHE METTE IN DISCUSSIONE 100 GIORNI DI OMBRE

Sergio Maldonado, querelante nella causa per la morte del fratello Santiago, ha chiesto alla Camera di disporre nuove perizie nella zona in cui è stato ritrovato il corpo e che autorizzi a suo favore il suo diritto avallato dai protocolli internazionali di convocare degli osservatori indipendenti nella causa, dato che si tratta di un caso in cui hanno preso parte forze di sicurezza federali. Maldonado mette in discussione l’oscuro ruolo di Pablo Noceti, funzionario del Ministero della Sicurezza, che il magistrato Gustavo Lleral si rifiuta di indagare. Un medico della Polizia Federale è stato accusato dalla magistratura di avere distribuito foto di Santiago morto che circolano sui social network.

santiagoA quasi un mese dal ritrovamento del cadavere di Santiago Maldonado nel Pu Lof en Resistencia Cushamen, nella denuncia Sergio, fratello maggiore della vittima, sporta a nome dei familiari, ha presentato un appello estremamente solido, che mette profondamente in dubbio l’istruttoria penale che è andata avanti con oltre 100 giorni di ombre.

La famiglia Maldonado ha richiesto che sia accettata la collaborazione di “esperti indipendenti”, così com’è previsto dai protocolli internazionali per fatti di gravità istituzionale con la partecipazione e/o il sospetto coinvolgimento delle forze armate. Inoltre, ha sollecitato che la magistratura effettui un nuovo sopralluogo sul posto del ritrovamento del corpo per portare a termine perizie fondamentali nel fiume, che non sono state effettuate, così come ha richiesto di concentrare le perquisizioni sul gruppo di gendarmi che hanno preso parte alla repressione nell’ambito della causa di occultamento di cadavere. In tal senso, Maldonado ha ricordato che ancora non sono stati convocati alcuni testimoni fondamentali, che erano insieme a Santiago prima che i gendarmi del Bolsón ed Esquel entrassero armati di fucili e sfollagente nel luogo in cui il 17 ottobre a mezzogiorno – dopo 78 giorni – fu ritrovato il corpo dopo un’orribile serie di perquisizioni in cui sono stati commessi abusi d’autorità, detenzioni di testimoni innocenti e irruzioni in una comunità mapuche vicina al Lof, Vuelta del Río, dove i militari dotati di armi lunghe sono giunti a bordo di elicotteri d’attacco pesantemente armati.

Per ottenere che il resto dei testimoni fornissero le loro dichiarazioni, Sergio Maldonado esige che “sia garantita un’indagine esaustiva, effettiva, imparziale ed indipendente al fine di conoscere le circostanze della morte di Santiago; e che sia richiesta la formazione di un gruppo di esperti indipendenti che supervisioni e coadiuvi l’indagine realizzata dal giudice.

Secondo il contenuto della risoluzione a cui egli ha fatto appello, l’ultima volta che Santiago è stato visto in vita è stato il primo agosto 2017 nel luogo chiamato Pu Lof en Resistencia Cushamen, nella circostanza in cui entrarono nel terreno in modo violento oltre 120 persone armate facenti parte della Gendarmeria Nazionale Argentina, che inseguirono Santiago e altre sei o sette persone fino alla riva del fiume Chubut. Benché la Gendarmeria Nazionale sia stata estromessa da questa indagine, ad oggi le indagini sono state realizzate dal resto delle forze di sicurezza che gerarchicamente dipendono dal Ministero della Sicurezza da cui dipende la stessa Gendarmeria.

trad-1Nel documento presentato dal suo avvocato Veronica Heredia, Sergio ha accusato anche il capo di Gabinetto del Ministero della Sicurezza, Pablo Noceti, che il primo agosto si trovava a circa 7 chilometri dal luogo dell’accaduto all’ingresso della tenuta Leleque del magnate italiano Luciano Benetton.

“Ho citato in relazione a tutto ciò un’intervista radiofonica in cui il capo di Gabinetto del Ministero della Sicurezza della Nazione allude alla riunione tenuta con forze federali e provinciali di Rio Negro e Chubut. Lo svolgimento di tale incontro è stato ammesso dal Ministro della sicurezza di fronte alla Commissione per la Sicurezza Interna e Narcotraffico della Camera dei Senatori della Nazione, il 16 agosto 2017. Così come risulta in questi atti, sono state effettuate sette ricerche in date differenti nel fiume Chubut, sostenendo di cercare Santiago. In special modo risultano rilevanti le espressioni del sommozzatore Altamirano nelle attività dell’Habeas Corpus (Protocollo n° FCR 8233/2017), che ritrovò il corpo senza vita di Santiago il 17 ottobre, ponendo in evidenza che “durante la ricerca svolta il giorno 18 settembre c’era una visibilità migliore perché la giornata era soleggiata e il fiume era meno ingrossato e la corrente era minore”.

Maldonado ha fatto riferimento ai primi giorni di agosto, quando Santiago era scomparso e il governo lo negava. “Ho rammentato al giudice supplente che a partire dal 10 agosto ho richiesto un’indagine esaustiva, effettiva, indipendente ed imparziale; il ritrovamento del corpo senza vita di Santiago nello stesso luogo che era stato ispezionato dalle autorità del Ministero della Sicurezza a partire dal 5 di agosto, rende indispensabile la necessità di disporre di una squadra di esperti indipendenti del citato Ministero. La necessità di una squadra di investigatori esterni è stato ravvisato dal Comitato contro le Sparizioni Forzate delle Nazioni Unite, una squadra indipendente, stabile, che svolga un’indagine sistematica ed interdisciplinare; questo Comitato dovrebbe ripercorrere in modo esaustivo il luogo dei fatti e il ritrovamento del corpo, interrogare diverse persone chiave per provare che cosa è accaduto e che, in modo insolito, ancora non hanno potuto rendere le dichiarazioni nella causa; raccogliere i resti del falò che in modo inspiegabile è stato acceso dai gendarmi il primo agosto 2017, tra gli altri comportamenti realizzati nel luogo in cui è stato visto Santiago per l’ultima volta, interrogandosi sul perché e com’è stato realizzato questo fuoco; disporre perizie che scaturiscano da tali indagini, planimetrie dettagliate di ogni dichiarazione fornita per porre in evidenza concordanze, differenze e complementarietà tra i racconti e altre scoperte già realizzate e quelle ancora inconcluse”.

La famiglia di Santiago ha detto al giudice Lleral e alla Camera che dovrebbero “applicare la Guida n° 9 per professionisti sulla scomparsa forzata ed esecuzione extragiudiziale, indagine e sanzione, del Comitato di Giuristi Internazionali ed includere nell’indagine il modus operandi o il contesto dell’agire da parte dei diversi membri della Gendarmeria e delle forze di Polizia della zona, come indicano i protocolli riferiti ai fatti di tortura o altri trattamenti disumani, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate (Protocollo di Istanbul, Protocollo del Minnesota, tra gli altri). Solo così si potrà avanzare nell’indagine esaustiva, effettiva, imparziale ed indipendente a cui abbiamo diritto come vittime”.

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Il Lonko Mapuche Facundo Jones Huala, a sinistra, e Santiago Maldonado a destra

Certamente il giudice Lleral si è giustificato con questo argomento sull’accertamento dell’esistenza del delitto: “I presenti procedimenti giudiziari sono destinati a realizzare l’obiettivo dell’istruzione (art. 193 del C.P.P.N. Codice di Procedura Penale Nazionale). Ciò equivale a determinare se esiste un fatto delittuoso, stabilire eventualmente la partecipazione di persone nel perpetrare il reato e, nel caso, verificare se i probabili autori risultano responsabili e meritevoli di pena; tutto questo mediante le prove che si incorporano legalmente al procedimento”.

Tuttavia Maldonado ha replicato che “l’istruttoria è generica e adattabile a qualsiasi procedimento penale. Comprendiamo che questa mancanza di precisione ha portato al fatto che si è indagato su tutto tranne che sulla presunta sparizione forzata di una persona, ora aggravata dalla sua morte. Riscontriamo che il Potere Giudiziario Nazionale (in particolare, con le dichiarazioni del Ministro della Sicurezza), ha proiettato la sua influenza sull’indagine. Per tale ragione, chiediamo al Sig. Giudice di designare un gruppo di esperti indipendenti che, secondo il suo criterio, possano collaborare nell’indagine”.

In conclusione, Maldonado non ha accettato che la Giustizia Federale sia stata d’aiuto, come ha affermato Lleral, nella ricerca di fare luce sulla morte di Santiago. “Rifiutiamo che la Magistratura abbia esercitato i suoi doveri e le sue facoltà nel merito della ricerca e del ritrovamento di Santiago e che si sia sforzata di garantire il diritto alla verità dei suoi familiari. La rimozione del Giudice originale della causa ci esime da ulteriori commenti”.

In un’altra insolita manipolazione giuridica, Lleral ha affermato che la parte querelante “può e deve offrire gli elementi probatori che supportano quelle azioni”. Ciò si potrebbe interpretare come se egli si volesse svincolare dall’istruttoria e lascia il peso del dover provare dimostrare il delitto di sparizione forzata al Pubblico Ministero e alla parte denunciante. Con un Pubblico Ministero, Silvina Ávila, posta in discussione dalla famiglia Maldonado e vicina al giudice allontanato dal dossier, Guido Otranto.

Infine, Maldonado ha dichiarato: “Esigiamo che sia lo Stato, quale titolare dell’azione penale, il principale responsabile dell’avanzamento nell’indagine sulla morte di Santiago. Quali privati danneggiati, noi cercheremo di continuare a collaborare nella causa ma in nessun modo ci può essere richiesto di svolgere un ruolo diverso da quanto previsto dalla normativa vigente”.

Il 24 novembre si sapranno i risultati dell’autopsia. Oltre 50 periti forensi renderanno nota la loro posizione e saranno aperte le buste sigillate nell’Istituto di Medicina Legale Giudiziaria che dipende dalla Corte. È assai probabile che quel giorno non si chiariranno definitivamente la data e la meccanica della morte. Nel frattempo, va avanti la macchina della negazione e demolizione della vittima e della sua famiglia con canali ufficiosi e mediatici. Ciò che ha provocato l’attacco a un dipinto murale di Santiago a Lago Puelo, a nordest di Chubut.

Anche l’odio si costruisce e la speranza gli oppone resistenza.

Di Juan Alonso – 16 novembre 2017 – http://www.nuestrasvoces.com.ar/justicia-por-santiago-maldonado/una-apelacion-cuestiona-100-dias-sombras/

Traduzione a cura di Riccardo Pellegrini, che ringraziamo per la collaborazione.

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