Circa a metà strada fra i famosissimi parchi nazionali di Bryce Canyon e Arches nello Utah ci sono le poco conosciute Henry Mountains, le cui cime raggiungono i 3.500 metri di altitudine s.l.m. Qui, nel 1941, nei pressi del Dirty Devil River, furono trasferiti, provenienti dal parco nazionale di Yellowstone, 15 bisonti femmina e tre tori. Altri cinque tori furono aggiunti alla piccola mandria nel 1942. La mandria, libera di muoversi, si è progressivamente spostata verso le montagne, frequentando altitudini fino a 3.000 metri ed è cresciuta di dimensione, lentamente ma costantemente.
Nel mese di gennaio 2009, le autorità preposte alla conservazione della specie spostarono 31 animali a Book Cliffs nello Utah orientale, dove c’era bisogno di implementare un gruppo di 14 bisonti rilasciati nel mese di agosto 2008 provenienti da un allevamento della vicina Uintah e Ouray Indian Reservation.
Poiché l’obiettivo iniziale di far raggiungere alla mandria il numero do 325 bisonti è stato raggiunto nel 2012, le autorità hanno deciso di rilasciare speciali licenze ogni anno, agli abitanti del posto, per cacciare gli animali e contribuire a ridurre la popolazione in eccesso. Per quanto possa sembrare un paradosso, ciò è la garanzia della protezione della specie. In questo modo gli scienziati possono, infatti, determinare quali e quanti bisonti possano essere cacciati garantendosi che i bisonti siano accettati da tutti e non inizi la caccia di frodo.
Questa pratica di caccia controllata ha anche consentito ai ricercatori dell’Università Statale dello Utah di verificare, prelevando tessuti degli animali uccisi, che le Henry Mountains sono la patria di una rara, perché geneticamente pura, mandria di bisonti. La notizia è stata divulgata il giorno 16 di questo mese di dicembre dal Dottor Johan du Toit, professore di ecologia e conservazione dei grandi mammiferi, che ha preso parte alla ricerca. Egli ha dichiarato che questa mandria è più che unica rispetto alle altre popolazioni di bisonte che non si sono incrociate con il bestiame perché: “… questi bisonti sono di fatto l’unica popolazione di bisonti ora in esistenza che sia geneticamente pura e libera dalla brucellosi. Questi bisonti pascolano liberi, mescolati con il bestiame, e sono cacciati legalmente “.
In tutti gli Stati Uniti d’America oggi ci sono circa 500.000 bisonti, ma, di questi, solo 20.000 sono considerati bisonti selvaggi. Quella di Henry Mountains è la terza mandria di bisonti selvatici, negli Stati Uniti, liberi dalla malattia e che non mostra alcuna intromissione di geni estranei. Ciò significa che essi rifiutano il contatto con il bestiame. Questo semplice fatto rende questa mandria ancora più preziosa della mandria di Yellowstone che è geneticamente pura ma che non ha contatti con il bestiame da quando il parco nazionale fu istituito nel 1872. Perciò, essi possono rappresentare una fonte genetica molto importante per i progetti di reintroduzione dei bisonti in gran parte del loro areale di distribuzione originario.
Nessuno sa con precisione quanti bisonti ci fossero sulle Grandi Pianure agli inizi del XIX secolo. Le stime variano fra i trenta e i sessanta milioni. E’ certo che nel 1865 i bisonti si erano già ridotti a circa tredici milioni di capi suddivisi in due grandi mandrie. Ancora nel 1871 il comandante di Fort Dodge nel Kansas aveva potuto osservare una mandria in migrazione lunga quaranta chilometri e l’anno successivo una spedizione dell’esercito riferì di avere percorso oltre trecento chilometri avendo sempre in vista dei bisonti. Poi iniziò il grande massacro. Nel 1880 a sud del fiume Platte sopravvivevano solo pochi sparuti gruppi di bisonti che furono oggetto di caccia da parte della popolazione locale fino alla loro completa estinzione avvenuta nel 1883. A quel tempo, un numero enorme di cacciatori di professione si era già trasferito al nord dove ancora si trovavano circa un milione e mezzo di capi ed anche là le mandrie iniziarono a diminuire rapidamente di numero. Nel 1881, al culmine di un inverno particolarmente rigido, i bisonti furono scovati dai cacciatori nelle poche valli dove era possibile pascolare e dove gli animali erano stati costretti ad ammassarsi, e vi furono massacrati. Nel 1883 l’Agente Indiano della riserva di Standing Rock permise ai Sioux di Toro Seduto di lasciare la riserva per quella che sarebbe stata l’ultima caccia indiana al bisonte.
Nel 1889 una spedizione scientifica scoprì che, nascosta nei boschi di Yellowstone, sopravviveva, con meno di duecento capi, l’unica mandria definibile come tale e che di quella che era stata la mandria del nord sopravvivevano appena quattro esemplari in Dakota, dieci in Montana e ventisei in Wyoming. Nel 1894 i bracconieri ridussero la “mandria di Yellowstone” a soli venti esemplari. Lo stesso anno il Congresso emanò una legge che proibiva l’uccisione dei bisonti e poco tempo dopo fu fondata l’American Bison Society con lo scopo di salvare la specie. Alcuni allevatori bianchi e alcune tribù si dedicarono a questo. Furono radunati i pochi esemplari sopravvissuti e, anche grazie al prezioso apporto degli esemplari custoditi nello zoo di New York, per il bisonte si aprì la via della salvezza.