MAPUCHE: RELAZIONE SU PUELO La Convenzione ILO 169 disattesa dallo stato cileno

Relazione: Visita alla comunità mapuche Cayun Panicheo dell’Osservatore per i Diritti Umani Manuel Zani, dell’Associazione Il Cerchio Onlus

Video:

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Localizzazione:
Puelo, comune di Cochamò, località Primero Corral e Segundo Corral.

Data: 
12 e 13 aprile 2014.

Premessa:
Questa visita segue una prima conoscenza con la comunità Cayun Panicheo avvenuta nel gennaio 2014, in occasione della manifestazione a cavallo “Cabalcada de Muyeres Sin Fronteras”. È stata richiesta direttamente dalla comunità per prendere visione e diffondere alcune problematiche che la investono sotto il profilo culturale (1), sociale, economico, da essi ritenute una lesione dei diritti umani nell’ambito di quanto previsto dalla convenzione convegno 169 della ILO. In particolare il diritto all’autodeterminazione come popolo, la possibilità di esistere come comunità ancestrale conducendo una vita conforme ai principi del proprio culto (2), il diritto alla consulta indigena.

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Relazione

Il 12 e 13 aprile ho visitato la famiglia del Lonko (autorità tradizionale mapuche) Segundo Cayun Quiem e quella di suo figlio Eliecer. Segundo Cayun vive a Primer Corral, poco distante dalla cosiddetta Passerella, il ponte sul Rio Puelo dove inizia il Cammino internazionale Passo al Bolzon. Eliecer si trova a Segundo Corral, 14 km più ad est. Ambedue le famiglie appartengono alla comunità mapuche Domingo Cayun Panicheo, iscritta con il numero 551 al registro de “Comunidades y Associazione Indigenas”, fondata dal lonko Segundo.

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Progetti infrastrutturali

Le minacce principali che devono affrontare sono costituite dai progetti di due centrali idroelettriche nella conca del Rio Puelo, sul fiume omonimo e sull’affluente Rio Manso, e dalla strada internazionale Camino paso al Bolzon. Le imprese Endesa (di proprietà della italiana Enel) e Mediterrao (a capitale cileno) intendono utilizzare i diritti di sfruttamento idrico che detengono, rispettivamente sul Rio Puelo e Manso, per costruire una diga e una centrale di passo. Quest’ultima prevede di tagliare il corso del fiume per circa 5 km, canalizzandolo e inviando l’acqua ad una turbina, per poi immetterle più a valle nell’alveo naturale. Il progetto ha recentemente ottenuto il via libera del SEA alla costruzione (3). La centrale di Endesa non ha invece al momento un orizzonte chiaro. L’idea originaria, che minaccia fisicamente il territorio della comunità indigena con la possibilità di un allagamento, presuppone uno sbarramento del fiume con un muro di contenzione nella località di Llanada Grande. Il livello delle acque salirebbe attorno ai 200 m. sommergendo tutti i terreni nelle immediate vicinanze alle sponde del rio, compresi i luoghi popolati dalla comunità Cayun Panicheo. Su questo progetto l’azienda non sta al momento rilasciando informazioni ufficiali. Il sospetto della comunità è che l’impresa preferisca attendere gli esiti del caso Mediterraneo prima di renderlo effettivo, in particolare attendere la costruzione dei 60 km di elettrodotto di collegamento con la rete elettrica cilena, opera indispensabile anche per la successiva centrale di Endesa. Camino internacional_1

Nel frattempo è noto alla comunità che persone dell’impresa abbiano contattato abitanti di Llanada Grande informandosi sulla disponibilità a vendere i terreni di loro proprietà nella zona di interesse per la centrale. Ciò confermerebbe, secondo gli intervistati, il permanere dell’interesse a costruirla. Se realizzata, l’opera averebbe dimensioni enormi, poichè l’invaso (bacino artificiale) si estenderebbe su una superficie di 6000 ettari, il doppio della centrale di Ralco. Finirebbero sott’acqua il territorio della comunità a Primer Corral e parte degli spazi sacri ancestrali a Segundo Corral. Questi ultimi minacciati sia dall’allagamento diretto sia da eventuali allagamenti periodici connessi all’aumento della portata del fiume per via delle piogge stagionali. Anche la casa dell’ Ina Lonko (4) Eliecer, piuttosto vicina al limite del lago artificiale, sarebbe perciò a rischio inondazione. Il terzo problema è costituito dal Cammino Internazionale Passo al Bolzon, strada attualmente in avanzata fase di realizzazione, che collegherebbe il lato cileno di Puelo alla parte argentina. Il tracciato in costruzione parte dalla passerella sul rio Puelo nella zona di Primer Corral e dovrebbe attraversare in maniera centrale il territorio della comunità a Segundo Corral. La comunità, relativamente isolata, fino ad oggi era collegata con un sentiero sterrato a Primer Corral, dove inizia un cammino che la congiunge ad ovest alle località abitate sulla strada per Puerto Mont. La famiglia Cayun lamenta il non coinvolgimento della comunità locale nella definizione del tracciato che considera sotto un duplice aspetto: di miglioramento nella mobilità, ma anche come minaccia per la maniera in cui è andato sviluppandosi. Nel disegno attuale attraversa direttamente alcuni spazi sacri della comunità, dove si realizzano abitualmente cerimonie di culto. Esistono possibilità di tracciati alternativi all’interno del territorio mapuche di Segundo Corral, ma tutte comporterebbero la compromissione di uno o più luoghi sacri quali il guillatufe, il cimitero, il menoko (5). Il tipo di infrastruttura progettata dimostra che questa non è semplicemente una opera stradale per migliorare i collegamenti locali o favorire il turismo. La larghezza della carreggiata permette tranquillamente il transito di camion. L’idea della comunità mapuche è che serva come direttrice per il traffico merci, causando un gran transito di mezzi pesanti e inquinamento in una zona incontaminata, e che possa servire come infrastruttura preliminare all’installazione di futuri progetti minerari.

Impatto culturale: parte rivista dall’autorità ancestrale Mapuche Williche Machi Millaray Weichalaf

La cosmovisione mapuche si incardina su un concetto di equilibrio naturale che il mapuche ha l’obbligo di mantenere. L’intervento sul territorio con opere invasive come scavi minerari, dighe, deviazioni di corsi d’acqua, cementizzazione, causano un disequilibrio nelle forze spirituali che abitano nella natura e che governano la vita del mapuche: gli spiriti degli antenati, le forze degli elementi naturali come i vulcani, le montagne, i corsi d’acqua, le piante e i ngen (6) ghe lo proteggono. Si interrompe così il canale diretto di comunicazione tra le molteplici entità spirituali del territorio e la gente che lo popola. La conseguenza diretta di tutto ciò sono malattie e problemi per la vita delle pesone e della comunità. La perdita della connessione spirituale con esse comporta uno shock culturale che il popolo mapuche dipinge nei termini di una morte interiore. Le persone diventano corpi vuoti, come bucce vuote senza più anima. In particolare si tenga presente l’importanza dei corsi d’acqua, qui direttamente minacciati. Essi sono la via di comunicazione tra il mondo dei vivi e l’oltretomba. Per questa ragione i cimiteri mapuche si situano sempre in prossimità d’un corso d’acqua, attraverso cui le anime defunte possano intraprendere il viaggio finale (7). Interrompere o modificare il corso di un fiume impedisce che questo viaggio abbia luogo, condannando le anime a vagare su questa terra in forma di witranalwe (8). L’anima del defunto allora causa malattie alla famiglia e al lof (comunità), perchè non può tornare a reincarnarsi e cerca sangue e respiro (energia, forza, newen) nella gente viva, nel lof di appartenenza dei suoi tuwun e kupalme (9). Perciò si produce un disequilibrio tra il materiale e lo spirituale e la discendenza si ammala fino a morire. Anche la Mapu (10) si ammala, per gli atti del witranalwe, che crede di essere vivo senza esserlo.Manso_2 2

Ricadute sociali

Socialmente il rischio percepito è che si produca una ricaduta sul territorio come accaduto per l’installazione della centrale Ralco (11). In quella zona le opere di mitigazione, gli aiuti economici distribuiti alla popolazione hanno causato un tracollo generalizzato. L’opera ha inciso sul circuito dell’economia economia locale e delle relazioni comunitarie. L’impresa offrì come compensazione progetti di “sviluppo” a cui essa non era culturalmente e socialmente preparata. Il risultato è un luogo affetto da alcolismo e problemi sociali, con mancanza di lavoro, dove il denaro iniettato dalle iniziative dell’impresa (Endesa) s’è rapidamente esaurito lasciandolo più povero di prima. A Puelo la promessa di ottenere lavoro è percepita come una menzogna dalla comunità mapuche. E’ loro ben chiaro che un’opera di questa complessità richiede figure professionali difficilmente reperibili in loco, dove la popolazione si dedica tradizionalmente a lavori agricoli e di allevamento. La convinzione è perciò che il lavoro generato per loro sarebbe minimo, temporaneo e poco qualificato, a fronte di una definitiva perdita delle forme locali di autonomia, molto spesso di sussistenza, qualora si vendessero alla centrale i terreni oggetto d’interesse. Si innescherebbe per altro una diffusa propensione alla vendita di terreni non coinvolti dal progetto. Percorrendo la strada che porta a Primer Corral è già possibile osservare numerosi annunci che pongono in vendita proprietà e appezzamenti di terreno, spiegati con la paura di veder deprezzare le proprietà. La zona è infatti nota per la sua caratteristica di luogo incontaminato e vive anche di un turismo di amanti della natura, della pesca, delle escursioni. E’ un elemento ulteriore di destabilizzazione socio-economica denunciato anche dagli operatori turistici della conca, che non appartengono alla comunità mapuche ma ugualmente si schierano contro i progetti idroelettrici.

Mancato espletamento degli obblighi di legge

Per quanto sancito dalla convenzione ILO 169, sottoscritta dallo stato cileno, i progetti che investano un territorio popolato da una comunità indigena devono passare per una consultazione preventiva con la comunità interessata, volta ad informarla puntualmente ed ottenerne il parere favorevole. La comunità Domingo Cayun Panicheo denuncia come ciò non sia avvenuto per quanto riguarda i due progetti attualmente in opera o in procinto di essere avviati, ovvero il tracciato internazionale Passo al Bolzon e la centrale di Mediterraneo.

Contro quest’ultima, il giorno 5 aprile 2014, è stato depositato un “Ricorso di protezione” che elenca i diritti compromessi della comunità e chiede all’autorità giudiziaria la sospensione del permesso a procedere e la creazione di una consulta indigena per poter esprimere il proprio parere (12).

 Note

(1) L’uso della parola “cultura” è qui da intendersi in senso ampio, come manifestazione di elementi della cosmovisione mapuche.

(2) La spiritualità e la cultura Mapuche si basano sulla loro relazione con l’ambiente naturale, oltre che sul principio del rispetto per tutto ciò che è vivo. Per tanto, l’occupazione e lo sfruttamento commerciale delle loro terre ancestrali, con le conseguenze ambientali che seguono all’utilizzo commerciale intensivo della terra, è visto dai Mapuche come un attacco ai loro valori essenziali e anche al loro diritto di esistenza. http://www.observatorio.cl/node/9632

(3) Approvazione da parte del SEA (Seremi de Medio Ambiente, dove Seremi sta per SEgreteria REgionale MInisteriale) 

http://www.biobiochile.cl/2014/02/27/aprueban-por-unanimidad-central-de-pasada-mediterraneo-en-region-de-los-lagos.shtml;

documento http://www.associazioneilcerchio.it/wordpress/wp-content/uploads/2014/04/RCA_128-14_Mediterraneo.pdf;

polemica sulle diverse relazioni tecniche:

http://www.patagonjournal.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2981%3Apuelo-patagonia-asegura-que-hubo-presiones-en-la-aprobacion-de-central-mediterraneo-en-cochamo&catid=66%3Amedioambiente&Itemid=260&lang=es

(4) Il Lonko è l’autorità “politica” delle comunità mapuche, mentre il/la Machi è l’autorità spirituale. L’Ina Lonko è il lonko designato alla sucessione.

(5) Il Menoko è uno stagno o un terreno umido dove si raccolgono i rami di canelo (albero sacro) per le cerimonie e le erbe utilizzate nella medicina tradizionale mapuche.

(6) Spiriti, forze

(7) “Nomelafken”

(8) Letteralmente: “alzando lo spirito del morto”

(9) Luogo di origine e lignaggio

(10) Terra

(11) http://www.azkintuwe.org/20110528_002.htm ;

http://www.elciudadano.cl/2014/01/07/101487/la-central-ralco-y-su-perversa-historia-contra-los-pehuenche/ ; http://www.yatoka.org/ralco/#eng

(12) Testo del Ricorso di Protezione:

http://corte.poderjudicial.cl/SITCORTEPORWEB/DownloadFile.do?TIP_Documento=2&TIP_Archivo=3&COD_Opcion=1&COD_Corte=56&CRR_IdEscrito=4697844&CRR_IdDocEscrito=1036664

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